insegnamento bidirezionale


Fortunatamente oggi il modello tradizionale di insegnamento lineare (ex - cathedra o frontale) oltre che unidirezionale, sta subendo finalmente un'evoluzione.

 

Infatti, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie dell’apprendimento, grazie alla telematica, a internet, ai computer, ... si sta gradualmente passando ad un rapporto bidirezionale docente/studente.

 

Molte teorie, di fronte ai limiti del classico metodo di insegnamento, hanno cercato di affrontare le modalità di acquisizione della conoscenza proponendo un nuovo approccio allo studio dell’apprendimento scolastico.

 

In modo particolare il costruttivismo (che fonda le sue radici nell'opera di Piaget), ritiene che la conoscenza sia costruita attivamente (e non in maniera passiva) dall'inviduo via via che questi cerca di ordinare le proprie esperienze. la conoscenza scientifica viene costruita quando gli studenti sono attivamente impegnati in discussioni e attività riguardanti problemi scientifici.

 

Questa nuova concezione, che vede lo studente operosamente coinvolto nella costruzione della conoscenza, ha sostituito la visione del "comportamentismo", corrente che considerava l'apprendimento centrato semplicemente sulla struttura stimolo - risposta. Il modello costruttivistico può essere, in conclusione, sintetizzato in una singola frase: “la conoscenza è costruita nella mente di colui che impara.


Secondo Vygotsky, altro grande esponente di questo movimento, lo sviluppo cognitivo è un processo sociale e la capacità di ragionare aumenta nell'interazione con i propri pari e con persone maggiormente esperte.

 

McKeachie sostiene che, interagendo con gli altri, lo studente opera una maggiore elaborazione cognitiva e può ammettere e chiarire la propria confusione.


Oltre al ruolo attivo dello studente e a quello di “guida” del docente, oggi si fa sempre più strada l’idea che lavorare in gruppo serva enormemente ad accrescere le capacità di ragionamento critico.

 

Nello studio "cooperativo", ciascuno deve avere, almeno in parte, contribuito al risultato nell'interazione faccia a faccia, sviluppato abilità di comunicazione e di rapporto interpersonale, e, periodicamente, collaborato a valutare appunto il lavoro del gruppo.

 

Numerosi dati riportati dalla letteratura indicano che l'apprendimento cooperativo, quando attuato in modo appropriato, è superiore all'apprendimento tradizionale.

 

Ciò sembra avvalorare la tesi secondo la quale la ormai consolidata “teoria dell'apprendimento lineare” è in crisi. Infatti, le ricerche più recenti sui processi di apprendimento hanno messo in evidenza sempre più chiaramente come l'acquisizione di nuove conoscenze sia un processo nel quale l'individuo che apprende ha un ruolo primario di rielaborazione e riorganizzazione delle informazioni.

 

Per di più le conoscenze di cui già dispone ed il modo in cui esse sono organizzate costituiscono il filtro attraverso il quale circolano le nuove informazioni. Dalla tradizione didattica centrata, dunque, in prevalenza sulla progressione dei contenuti e dei programmi, si passa alla metafora del reticolo. Non si può più pensare al processo di insegnamento/apprendimento come un puro passaggio da un soggetto all'altro come è stato fatto dalla gran parte della nostra tradizione didattica.

 

Affinché i contenuti e le procedure che vengono proposti dai professori non si sovrappongano semplicemente alle conoscenze già possedute, ma interagiscono con queste provocando un continuo confronto, consolidamento e verifica delle stesse, permettendo così una loro ristrutturazione attraverso nuovi e più ricchi modi di connessione ed organizzazione, è necessario trovare efficaci collegamenti tra contenuti di insegnamento ed esperienze diversificate degli allievi.

 

Nella tradizione didattica dunque preoccupati più dei contenuti delle diverse discipline che della loro struttura e dei processi di apprendimento, ci si è sempre proposti programmi didattici in progressione, che partivano da ciò che era ritenuto "semplice" per giungere a ciò che era ritenuto "complesso". Questa convinzione parte dall'assunto, considerato come evidente, che è possibile distinguere in un insieme di conoscenze unità elementari universalmente riconoscibili come "semplici".

 

La conoscenza non è dunque un muro fatto di tanti mattoni ma un reticolo dinamico, una struttura olocinetica in cui ogni parte è interconnessa con le altre: dalla connessione con le parti deriva la struttura dell'intera rete. La rappresentazione del reticolo può essere esplorata e compresa partendo da un punto qualsiasi, poiché non vi è né base né sommità, né è possibile definire una posizione privilegiata. Non esiste così un obiettivo terminale da raggiungere né si tende ad un equilibrio, essendo il "non equilibrio" necessario per l'evoluzione.